Il rating è una valutazione che serve per classificare i titoli obbligazionari in base al rischio di insolvenza.
I rating sono pubblicati periodicamente da agenzie specializzate, le più importanti sono MOODY'S, STANDARD & POOR'S e FITCH RATINGS.
Il giudizio si basa principalmente su analisi quantitative (bilancio) e qualitative (settore, managment).
Dopo la votazione del rating, questo viene comunicato alla società, banca o Stato oggetto di valutazione che può contestarlo ed appellarsi, fornendo informazioni aggiuntive e richiedendo di avere un’ulteriore analisi.
La società di rating può, se lo ritiene necessario, riunirsi e deliberare di nuovo sul rating alla luce delle informazioni aggiuntive, decidendo di cambiare il voto o di mantenere quello deciso in precedenza.
Il rating si distingue in quello di breve periodo e quello di lungo; nel primo caso si valuta la solvibilità entro 12 mesi mentre nel secondo caso si valuta la solvibilità futura dell’emittente.
Le numerose classi si possono concentrare in due grandi raggruppamenti:
- investment grade: titoli con capacità di rimborso piuttosto probabile;
- speculative grade: titoli speculativi, non sicuri.
I rating possono essere confermati, alzati (upgrade) o declassati (downgrade).
La Credit Watch è una lista che include i rating posti sotto osservazione nel breve periodo; quando il giudizio è seguito dall'aggettivo ‘positivo’, vi è la possibilità che, al termine dei lavori di analisi si realizzi un upgrade, quando invece è seguito dall’aggettivo ‘negativo’ v’è il pericolo di un dowgrade.
L’outlook è la visione nel medio-lungo periodo e si distingue in: positivo (possibile ma non certo futuro upgrade), negativo (possibile ma non certo futuro downgrade) e stabile.
I finanziatori delle società di rating le agenzie di stampa e la comunità finanziaria, ma soprattutto le stesse società emittenti oggetto dell'indagine il che evidenzia un evidente conflitto d'interessi e rende abbastanza inaffidabili i giudizi.
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